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Verso le elezioni. Torluccio (Uil-Fpl): “Un 2012 negativo. Ora politica sia responsabile”

Il segretario della Uil-Fpl traccia un bilancio dell’anno passato “decisamente negativo” e critica Monti. “Con suo Governo è passata nel modo peggiore un’idea neoliberista dello Stato come fattore di spesa improduttiva”. E per il futuro chiede “un cambio di rotta, che metta fine a questa politica di tagli lineari”.

24 GEN - Il segretario della Uil-Fpl Giovanni Torluccio traccia un bilancio dell’anno appena passato “decisamente negativo”. Non mancano le critiche al Governo Monti che “con la spending review e con la legge di stabilità ha prodotto per la sanità misure di emergenza, prive di progettualità se non quella di fare cassa con i soliti tagli lineari”. Per il futuro chiede alla politica “riforme che puntino a superare la centralità dell’ospedale, a sperimentare ed applicare buoni modelli organizzativi, modelli di efficace governo clinico-assistenziale e di integrazione professionale che valorizzino e tengano conto dell’apporto di tutte le figure presenti”.
 
 
Dottore, che bilancio fa delle politiche per la sanità messe in atto dal Governo Monti?
E’ un bilancio decisamente negativo, di una politica ontana dalle nostre istanze – che sono le istanze dei lavoratori e dei cittadini che rappresentiamo -  ma anche da quell’impegno di equità, rigore e sviluppo assunto dal governo stesso all’atto dell’entrata in carica.
Con il Governo Monti si è rafforzata ed è passata nel modo peggiore un’ idea neoliberista dello Stato come fattore di spesa improduttiva, e le "nuove" proposte politico-economiche si sono concentrate principalmente sui tagli alla spesa pubblica, in primis sulla sanità.
Noi siamo consapevoli che per continuare a garantire il nostro sistema sanitario sia necessaria una riorganizzazione, un recupero di funzionalità ed efficienza, l’ottimizzazione delle risorse e  dei processi, ma in un ottica di riforme vere e praticabili che tengano insieme il problema della sostenibilità con i bisogni di salute e con la valorizzazione degli operatori. Anzi,  siamo noi stessi a chiedere interventi per eliminare sprechi e inefficienze, la riqualificazione della spesa per garantire controllo e trasparenza dei conti e per liberare risorse da reinvestire nel miglioramento dei servizi e nel riconoscimento delle professionalità.
Ma non è questa la strada che ha imboccato il Governo che con la spending review e con la legge di stabilità ha prodotto per la sanità misure di emergenza, prive di progettualità se non quella di fare cassa con i soliti tagli lineari. Misure che, aggiunte a quelle adottata già nei due anni precedenti stanno compromettendo in modo serio la capacità di risposta del sistema e rischiano di smantellarlo.
In questo scenario i provvedimenti del ministro della salute, dal decreto Balduzzi ai nuovi Lea (già ampiamente strombazzati benché manchi ancora tutto l’iter approvativo a partire dal non tanto scontato “ok” della Conferenza delle Regioni) ci sembrano quantomeno incongruenti fra gli intenti e i buoni propositi dichiarati e la reale politica del Governo, di cui il ministro fa parte, che ha considerato la sanità solo come fattore di spesa da tagliare. A fronte dei tagli già operati e di quelli che si aggiungeranno da qui al 2015, le norme approvate sono destinate a rimanere sulla carta, mentre, in un Paese dove già diversi territori non garantiscono i LEA attuali, ci si chiede giustamente con quali risorse potranno essere aumentati.
Contemporaneamente sono rimasti al palo interventi per tutelare le competenze professionali e valorizzare i professionisti sanitari – sui quali pure il ministro si era espressamente impegnato – a partire dall’istituzione degli Ordini professionali  per le professioni sanitarie che ne sono ancora prive.

E come valuta il 2012 per la vostra categoria professionale?
Le conseguenze dei tagli indiscriminati, ai quali si aggiungono in alcune realtà il malgoverno regionale e l’incapacità organizzativa e gestionale dei vertici aziendali nominati dalla politica sono disastrose per i malati e per tutti gli operatori delle strutture pubbliche e di quelle accreditate.
La riduzione delle risorse, il taglio dei posti letto ospedalieri senza la realizzazione sul territorio delle strutture a bassa intensità, il perdurante blocco del turn-over, il licenziamento dei precari costringono moltissimi operatori a lavorare in condizioni avvilenti, con gravi limitazioni alla possibilità di dare un’assistenza adeguata, con grave rischio di errore nello svolgimento della loro attività.
E parliamo di operatori con contratti di lavoro bloccati al 2009 nel settore pubblico ed al 2007 nel settore privato.
Se il sistema fino ad oggi non è scoppiato è solo grazie al senso di responsabilità di tanti anonimi medici, infermieri, professionisti e operatori dell’area sanitaria e sociale, autisti d’ambulanza impegnati ogni giorno in una lotta impari contro difficoltà di ogni tipo e che, oltretutto, corrono il rischio di diventare il capro espiatorio della situazione. Pensiamo alle varie vicende che hanno coinvolto i Pronto Soccorso e non credo servano altre parole.
Nella sanità privata la situazione è ancora più pesante. Dopo le riduzioni di personale e i licenziamenti che con sempre più fatica riusciamo a scongiurare, si sta consumando il dramma di migliaia di lavoratori che non ricevono gli stipendi a fine mese e non portano a casa il necessario per sostentare la famiglia. Solo nel Lazio abbiamo calcolato che in questo momento ci sono 6.000 lavoratori della sanità privata, in alcune strutture già da 5 o 6 mesi, con la disperazione e la tensione che cresce ogni giorno e con una incomprensibile inerzia delle istituzioni che continuano a ignorare le nostre richieste di intervento.
 
Quali sono invece i suoi auspici per il 2013 e le istanze alle forze politiche in vista delle elezioni?
Prima di tutto serve un cambio di rotta, che metta fine a questa politica di tagli lineari che non solo compromettono la capacità di risposta del sistema, a scapito ovviamente delle fasce più deboli, ma che, alla lunga non rispondono neanche al discutibile obiettivo di fare cassa perché spostano la domanda di salute su altri servizi, inappropriati e inadeguati, con maggiori incrementi di spesa.
La sanità richiede, invece, interventi di ottimizzazione per trasformare il Sistema dell’offerta di servizi e della loro organizzazione partendo dalla valutazione di come si è modificata la domanda di cure e da come si è evoluto il patrimonio professionale interno. Riforme che puntino a superare la centralità dell’ospedale, a sperimentare ed applicare buoni modelli organizzativi, modelli di efficace governo clinico-assistenziale e di integrazione professionale che valorizzino e tengano conto dell’apporto di tutte le figure presenti.
La nostra piattaforma per la sanità prevede come punti principali il rilancio della contrattazione integrativa, in cuisi possono collegare più efficacemente le gestioni virtuose ed i conseguenti recuperi di risorse con l’aumento della produttività, il riconoscimento della professionalità e del merito ed il miglioramento della qualità dei servizi; l’estensione della tassazione agevolata del salario di produttività ai dipendenti del SSN, già pesantemente colpiti dal blocco dei rinnovi contrattuali; la reale accessibilità alle agevolazioni previdenziali previste per i lavori usuranti; la soluzione del problema del precariato, con procedure di stabilizzazione o  concorsi nei quali venga adeguatamente riconosciuta l’esperienza acquisita, per dare certezze ai lavoratori ma anche per migliorare la qualità dei perché nella PA il lavoro non a tempo indeterminato costa spesso di più di quello a tempo indeterminato, e “rende” generalmente meno.
Ma nella nostra piattaforma trova posto anche la riduzione dei costi indotti dalla politica, degli sprechi e della spesa improduttiva per risanare i conti senza mettere a repentaglio la qualità dei servizi e le condizioni dei lavoratori.
Un ulteriore aspetto che riteniamo debba essere assolutamente affrontato è quello di una nuova regolazionedel sistema delle tariffe e degli accreditamenti  dei servizi sanitari e socio sanitari affidati in regime di accreditamento, convenzione e appalto, un settore che è diventato una vera e propria giungla con il peggiordumping contrattuale a danno dei lavoratori, tutto a spese delle risorse pubbliche.
Su questi difficili temi la nostra organizzazione è pronta ad accettare la sfida di condividere con le aziende ed enti obiettivi più ambiziosi e lungimiranti e offre la propria disponibilità a stringere una alleanza con gli amministratori locali, i lavoratori e i cittadini per un condiviso piano di rilancio del sistema salute.
Se la politica non si assumerà le proprie responsabilità con scelte coraggiose, capaci di ottimizzare le risorse per continuare a sostenere un servizio sanitario garante del diritto dei cittadini alla  salute, ma anche del lavoro di centinaia di migliaia di operatori, il nostro timore è che si crei una profonda spaccatura tra lavoratori e cittadini e le istituzioni, che nel momento di grave difficoltà che attraversa il Paese potrebbe sfociare in pericolose tensioni sociali. Certo se le razionalizzazioni della spesa sono come quelle che ci hanno segnalato da Regioni che pure sono considerate “benchmark” in sanità (in Toscana il Presidente Rossi ha autorizzato l’acquisto di 10 costosissimi robot chirurgici, tanti quanti ce ne sono in tutta la Gran Bretagna, mentre la ASL di Massa Carrara continua a sprofondare in “profondo rosso” e si riducono  i servizi in tutto il SSR!) non ci aspettiamo nulla di positivo.
 
Che ne pensa delle candidature del Presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco e della Presidente dell’Ipasvi, Annalisa Silvestro, tra le fila del Pd. Pensa che potranno dare un contributo al miglioramento del Ssn e delle condizioni di lavoro di chi vi opera?
E’ indubbio che la candidatura del Presidente Bianco possa portare un prezioso contributo per l’intera categoria, sia per le capacità professionali che per il ruolo di rappresentanza che avrà in aula parlamentare. Devo, però, constatare che nel nostro Parlamento siedono già molti medici, ma purtroppo ciò non è servito per indirizzare le scelte governative verso il giusto binario. Molto poco rappresentate sono state, invece, finora le professioni sanitarie e mi auguro che la  Presidente Silvestro possa dare un forte impulso alle  battaglie per tutelare le competenze professionali e valorizzare i professionisti nell’interesse dei cittadini  a ricevere un assistenza di qualità  e del buon funzionamento del nostro sistema sanitario.

24 gennaio 2013
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